È un lavoro ingrato: sopravvivere giorno dopo giorno grazie alla tua armatura e alla forza del tuo braccio, tuffandoti con indifferenza nel pericolo. Non suoneranno corni d’oro per quel giorno in cui prendesti per loro una coltellata tra le costole in quella locanda di Bucksberg. Nessun coro d’angeli canterà della volta che li trascinasti, ancora urlanti, dal limitare delle Fosse della Follia, no.

Loro non contano.

Tu lo fai per il coraggio e la gloria, per il rumore della battaglia e per il caldo, caldo sangue che ti senti scorrere nelle vene quando vi prendi parte. Sei una bestia di ferro. I tuoi amici impugneranno pure lame d’acciaio temprato ma tu, guerriero, tu sei acciaio. Mentre i tuoi compagni si lamentano delle ferite attorno al focolare nelle terre selvagge, tu porti le tue cicatrici con orgoglio.

Tu sei la muraglia: lascia che ogni pericolo si sfracelli in polvere scontrandosi con te. Alla fine, sarai l’ultimo a stare in piedi.

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